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Auto sabotaggio al lavoro

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Auto sabotaje en el trabajo: un nuevo invento que está afectando a las empresas

El auto sabotaje en el trabajo es un fenómeno relativamente nuevo que está afectando a las empresas de todo el mundo. Este tipo de comportamiento autodestructivo puede manifestarse de diferentes maneras, como la procrastinación, el perfeccionismo extremo, la falta de compromiso o la tendencia a asumir demasiadas responsabilidades.

¿Qué es el auto sabotaje laboral?

El auto sabotaje laboral es un patrón de comportamiento en el que un empleado, de forma consciente o inconsciente, sabotea su propio éxito y desempeño en el trabajo. Esto puede deberse a diversos factores, como la falta de confianza en sí mismo, el miedo al fracaso o al éxito, la ansiedad o el estrés.

Consecuencias del auto sabotaje en el trabajo

El auto sabotaje en el trabajo puede tener consecuencias negativas tanto para el empleado como para la empresa. Algunas de estas consecuencias incluyen:

  • Reducción de la productividad y la calidad del trabajo
  • Deterioro de las relaciones laborales y la moral del equipo
  • Aumento del absentismo y la rotación de personal
  • Pérdida de oportunidades de ascenso y crecimiento profesional

Cómo evitar el auto sabotaje en el trabajo

Para evitar el auto sabotaje en el trabajo, es importante que los empleados tomen conciencia de sus patrones de comportamiento y busquen ayuda si necessary. Algunas estrategias útiles pueden ser:

  • Establecer metas realistas y alcanzables
  • Priorizar y organizar las tareas
  • Delegar responsabilidades cuando sea necesario
  • Cultivar una mentalidad de crecimiento y aprendizaje
  • Buscar apoyo y retroalimentación de compañeros y superiores

Las empresas también pueden jugar un papel importante en la prevención del auto sabotaje laboral, promoviendo un ambiente de trabajo saludable, ofreciendo oportunidades de desarrollo y capacitación, y brindando apoyo y recursos para manejar el estrés y la ansiedad.

En conclusión, el auto sabotaje en el trabajo es un problema que requiere atención y acción tanto de los empleados como de los empleadores. Reconociendo los signos y buscando estrategias efectivas para abordarlo, es posible superar este obstáculo y fomentar un entorno laboral más productivo y saludable.

Auto sabotaje en el trabajo


Ciao, ho 37 anni e ho una posizione lavorativa di responsabilità (coordinamento e gestione delle assenze del personale). Da un po' di tempo, una collega molto precisa e controllante (forse fin troppo) mi sta addosso con modi non proprio gentili incalzandomi su cose "urgenti" che vanno fatte immediatamente. Quando accade questo, è come se io andassi in cortocircuito e, di riflesso, le dicessi che quella cosa specifica l'ho già fatta, non tanto per avere la sua approvazione quanto per guadagnare il tempo necessario per rimediare alla mia mancanza. Purtroppo è capitato di venire scoperta, e ho dovuto giustificarmi spiegando profumatamente, vergognandomi da morire e, ahimè , piangendo come una fontana, che non era mia intenzione ingannare la collega ma cercare di metterci, diciamo così, una pezza. Sono un po' provata da questa situazione. La collega garantisce che volteremo pagina a patto che non succeda più, ma io sono preoccupata da questo pattern di comportamento che ho messo in atto più o meno inconsapevolmente. Sì tratta di auto sabotaggio? Di paura del giudizio? Di fragilità emotiva? Per completare il quadro, la mia psy mi ha mollato asserendo che l'aiuto che mi occorre esula dalle sue possibilità e che dovrei rivolgermi al csm. Sono molto confusa e preoccupata. Qualcuno ha avuto esperienze simili?


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6 Comments

  1. Per contesto, aggiungo che sono una persona insicura, sola, che per tutta la giovinezza ha lottato con un rapporto disfunzionale col cibo sfruttandolo come compensazione, un rapporto conflittuale con genitori cattolici, giudicanti e invadenti, e che prendo un basso dosaggio di un farmaco per alzare il tono dell’umore prescritto dal medico di base per via di un leggero stato depressivo. La mia psy, terapia durata globalmente tre anni con una pausa nel mezzo, ha sempre cercato (inutilmente, il più delle volte) di spronarmi a uscire, vedere gente, fare cose, sostituire il cibo con altre attività e/o affetti, in ultimo mi ha spinto a iscrivermi su tinder dove ho incontrato un tale con cui ho avuto un’esperienza a dir poco umiliante che non ha fatto che confermarmi che le relazioni non sono cosa per me. Rimane in me l’idea di fondo che ci sia qualcosa di fortemente sbagliato nel mio modo di essere, nel mio modo di stare nelle cose, e non so come uscirne. Accedere al csm mi fa molta paura, e l’idea di avere una “vera” patologia ancora di più.

  2. Guarda, non sono psicologo e ti dico solo la mia, ma probabilmente molte persone saranno d’accordo, ora abbiamo capito (per lo meno io) i tuoi problemi, e sinceramente non ti avrei mai consigliato tinder, dove è pieno di casi umani che vogliono solo una cosa e che avrebbe potuto peggiorare la situazione (come è stato), La tua psicologa ha veramente commesso un errore molto grossolano (e chissà quanti altri ne abbia commessi?), sinceramente proverei a cambiare e trovarne un’altra, specificandole che il percorso fatto fin’ora non ha aiutato e indicandogli tutti i problemi riscontrati

  3. Cioè? Se non ti piace tinder ti ha consigliato la.psichiatra? Da radiazione dall’albo.
    Cambiala.
    Esci, frequenta nuovi hobby e persone. Inizia a vivere la vita con leggerezza, impara a respirare e a mettere in fila i problemi per la loro importanza reale.
    Al lavoro, non aver paura dei colleghi, ognuno si porta dentro i propri demoni.
    Lavora per task, studiati il kanban, o il pomodoroTimer, o l’agile o qualdiasi altro metodo di organizzazione del lavoro ti possa interessare e incuriosire.
    Trova i tuoi posti positivi, un parco, una biblioteca,. rompi i tuoi meccanismi.
    Ti dico una frase che stava sul muro di una camera da letto vista 30 anni fa.
    I calci di rigore sono calci difficili. Vanno saputi ammantare di leggerezza.

  4. Allora, sicuramente ti consiglio di trovare un’altra psicologa, anche perché anche se tu avessi una patologia psichiatrica penso che tu abbia bisogno di una persona che ti accompagni in questo.

    Seconda cosa il tuo obbiettivo deve essere quello di stare meglio, di essere felice e devi essere disposta a rinunciare a qualunque cosa in nome della tua felicità anche all’idea che le persone che soffrono di un disturbo mentale siano in qualche modo pazze ed abbiamo un valore minore nella società.

    Io onestamente ti consiglio di farti TikTok invece che tinder ahah, perché troverai un sacco di contenuti fatti da persone che vivono tutti i giorni la propria patologia e ne parlano.

    Per quanto riguarda la tua collega tu non sei in torto. Devi iniziare a farti le tue idee, le tue opinioni e difenderle davanti agli altri. È questo ciò che sbagli, devi imparare a rimettere al loro posto le persone che oltrepassano i confini della tua salute mentale.

    Tra l’altro il “fallimento” della tua terapia è un “fallimento” di coppia, la tua psicologa ti ha indirizzata verso una consulenza psichiatrica perché lei non sapeva più cosa dirti non perché pensasse sinceramente che tu ne avessi bisogno.
    Non ti ha detto con professionalità ed onestà che la terapia tra voi non stava funzionando e che provasse un senso di frustrazione per questo.

    Quante psicologhe hai cambiato? Perché non cercare magari una psicologa diversa e chiedere un secondo parere?

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