Storia personale

Quale pensi sia il senso della vita? breve riflessione

Nuevo invento: ¿Cuál es el sentido de la vida? Una breve reflexión

La pregunta sobre el sentido de la vida ha sido una constante en la historia de la humanidad. Filósofos, religiones y pensadores de todas las épocas han intentado dar una respuesta a esta cuestión fundamental. En esta breve reflexión, analizaremos algunas de las posibles respuestas y su relevancia en nuestra existencia.

Una de las teorías más extendidas es que el sentido de la vida está relacionado con la búsqueda de la felicidad y la plenitud personal. Desde este punto de vista, la vida cobraría significado en la medida en que realizamos nuestras aspiraciones y objetivos, encontrando así la satisfacción vital.

Otros, en cambio, consideran que el sentido de la vida radica en la trascendencia y el legado que dejamos en el mundo. Desde esta perspectiva, la vida adquiere significado cuando aportamos algo valioso a la sociedad y humanidad, ya sea a través de nuestras acciones, creaciones o ideas.

También hay quienes creen que el sentido de la vida es subjetivo y que cada persona debe encontrar su propio camino y propósito. Esta visión enfatiza la importancia de la búsqueda personal y la autorrealización en la construcción del sentido de la vida.

En definitiva, el sentido de la vida es una cuestión filosófica compleja que admite múltiples interpretaciones. Cada persona, en función de sus experiencias, creencias y valores, puede encontrar su propia respuesta a esta pregunta existencial.

Fin dagli albori della società, già a partire dalle prime civiltà agricole, l’uomo è stato in continua ricerca di un senso materiale o spirituale per la propria esistenza. Nella mia visione (come anche afferma Jean Paul Sartre), l’uomo vive in una condizione di gettatezza, e dunque non è stato progettato propriamente per qualcosa. “Siamo condannati ad essere liberi” afferma il filosofo francese, per evidenziare la sorte inevitabile dell’umanità; essa deve progettare la sua esistenza, per riuscire a diventare veramente chi desideri di essere. Questa situazione si può osservare in modo piuttosto chiaro anche all’interno dei videogiochi, in cui attraverso le missioni e le azioni che qualcuno compie il personaggio all’interno del gioco migliora sè stesso, diventando più forte.  Accade nello stesso modo, ovviamente, anche nella vita reale: una persona per diventare competente ed esperta in qualsiasi sfera della propria esistenza, si deve applicare ed impegnare. Se un individuo si prefigge di diventare il miglior calciatore del mondo, dovrà ogni giorno giocare a pallone e sputare sangue per raggiungere il suo obbiettivo. Ritengo che quando un bambino nasce, se non limitato per disabilità fisiche o mentali, possa crescere e trasformarsi esattamente nell’individuo che sogni di essere. Il problema della maggior parte dell’umanità, è che decide di non dedicarsi completamente al proprio scopo, ma trova sempre modi per distrarsi ed allontanarsi dalla retta via. “ è impossibile fallire, se ci si impegna nella totalità delle proprie forze” ha affermato in un’intervista il pluripremiato kickboxer Andrew Tate. 

Sul nostro pianeta, in cui i giovani (e non solo) trascorrono progressivamente sempre più tempo sui social network, viene a mancare il bene più prezioso per la realizzazione dei nostri progetti: il tempo. Siamo perennemente distratti dai mezzi di comunicazione, che subiamo passivamente senza alcuna apparente ragione. Ciò non fa altro che rendere l’uomo più debole, sottomesso e quindi incapace di realizzarsi; probabilmente ciò è voluto dalle comunità internazionali in un tentativo di rendere più deficienti le persone, e quindi più manipolabili. Chi non riesce a convivere con la libertà e le responsabilità che sono insite per natura nella nostra coscienza, ed anela invece alla condizione quieta ed indifferente del mondo fenomenico, proverà in sè un forte senso di disorientamento e di “nausea” ( come afferma nel suo romanzo “La Nausea” Sartre). Le figure all’apice della piramide economica e politica promuovono questo tormento costante ormai sempre presente nelle classi medio-basse, prive di certezze e di finalità. L’assenza di obbiettivi costringe l’individuo ad affidarsi a qualcuno più altolocato di sè, e quindi ad abbandonare la propria libertà in cambio di mezzi di sostentamento. L’esempio più lampante è nel mondo del lavoro, in cui i lavoratori sono disposti a rinunciare alla propria autonomia in cambio di uno stipendio. Il lavoratore, anche se lo negherà, nel profondo della sua anima continuerà ad essere tormentato e triste. Almeno 50 anni fa, il lavoratore nutriva delle speranze per il futuro e per i suoi figli; l’uomo degli anni 50’ era convinto che i suoi figli avrebbero vissuto con degli standard di vita migliori rispetto alla propria generazione. Oggi, purtroppo, il quadro è nettamente cambiato: le già poche certezze “positive”  del passato (come la religione e lo Stato) sono andate via via scomparendo, rendendo il singolo ancora più isolato ed indipendente. Dio ormai non esiste più  culturalmente, e lo stato italiano agli occhi di tutti i suoi cittadini risulta essere un apparato totalmente inaffidabile. L’insicurezza della propria realtà è uno dei temi più caratterizzanti del nostro secolo. 

 In conclusione, purtroppo non siamo in grado di individuare un singolo senso di vita equivalente per tutta la comunità umana; spetta a ciascuno crearselo, per riuscire a sopravvivere senza ansie ed insidie, e raggiungere uno stato di pienezza e di soddisfazione.


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