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Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy

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Nuevo invento: Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy

Sumérgete en el fascinante mundo de la fantasía oscura con “Nuevo invento: Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy”, una colección de relatos que te transportarán a una dimensión donde lo mágico y lo tenebroso se entrelazan.

Un viaje a lo desconocido

Prepárate para embarcarte en un viaje a lo desconocido con estos primeros capítulos de una colección de relatos de dark fantasy. Cada historia te sumergirá en un universo único, poblado por criaturas misteriosas, héroes atormentados y fuerzas sobrenaturales que desafían la imaginación.

La magia de la fantasía oscura

La fantasía oscura es un género que combina elementos de la fantasía clásica con aspectos más sombríos y perturbadores. En “Nuevo invento: Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy”, los autores exploran este fascinante mundo, creando historias que te dejarán sin aliento y personajes que permanecerán en tu memoria.

Una colección imperdible

No te pierdas la oportunidad de descubrir estosprimeros capítulos de una colección que promete ser épica. “Nuevo invento: Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy” es una lectura obligada para los amantes de la fantasía oscura y para aquellos que buscan aventuras más allá de lo convencional.

Sumérgete en este mundo de misterio y aventuras, y déjate llevar por la magia de la fantasía oscura. “Nuevo invento: Primi capitoli di una raccolta di racconti a tema dark fantasy” te espera con sus intrigantes historias y personajes inolvidables.

TW: Temi maturi, violenza (non gore di per sé ma sconsiglio a lettori sensibili), generalmente tutto ciò che è collegabile al dark fantasy

PREMESSA

Salve a tutti, ho da poco cominciato a scrivere una raccolta di racconti di genere dark fantasy, "Essere Mostro". La chiamo raccolta di racconti perché si tratta di storie brevi (generalmente sotto i 2500 caratteri o lì vicino) con POV vari. La sto pubblicando serialmente su wattpad con ben poche speranze che possa farci davvero qualcosa ma in verità con il semplice fine di pubblicarlo da qualche parte online.

Il concept è il seguente: le persone stanno improvvisamente diventando mostri, creature fondamentalmente violente e senza granché coscienza, ma che hanno delle particolarità che vengono man mano svelate nella narrazione. La causa della trasformazione in questi esseri è sconosciuta, e gli unici a cacciarli attivamente sono una piccola compagnia dell'esercito attualmente guidata da un caporale con un occhio demoniaco, su cui si concentra il secondo testo.

Lo stile è molto introspettivo, e si focalizza sulla narrazione interna del narratore di ciascun racconto. I testi sono unicamente scritti in prima persona dai personaggi che vengono man mano presentati nel testo. Questo comporta alcuni salti temporali, notevoli salti spaziali, ma anche diverse prospettive sulla stessa vicenda, come evidente nel primo testo. Mi rendo conto che questo obblighi in un certo senso il lettore a dover ricostruire i pezzi e di dover rimuginare molto sui racconti, ma penso sia in un certo modo un valore aggiunto (tanto quanto una scelta stilistica, sicuramente) data la loro tutto sommato brevità rispetto al formato tradizionale, invogliando le persone a rileggerli.

La mia richiesta è fondamentalmente di darmi un'opinione su questi due testi e nel caso in cui piacessero anche sul resto dei testi che andrò ad aggiungere alla raccolta (al momento ne ho scritti 17, e ho in piano di arrivare tra i 40 e i 50) in forma di beta reading. Per qualsiasi altro chiarimento non fatevi problemi a chiedere nei commenti e grazie mille per l'attenzione. Vi ringrazio comunque in anticipo per la lettura del post.

I RACCONTI

"Una madre"

"Aveva maledetto suo figlio innumerevoli volte. Perché odiava quel suo fare incurante. Quella sua curiosità insazabile.
Aveva maledetto lui e se stessa quando aveva aperto per la prima volta un libro, a soli 4 anni, mentre i bambini normali ancora pensavano a giocare nel boschetto degli spiriti.
Aveva maledetto quei ciarlatani della gilda degli architetti quando se l'erano portato via a soli 12 anni, mentre quegli altri, i figli dei suoi vicini, pensavano ai primi amori.
E quanto lo aveva odiato quando aveva portato in casa quella megera di Lythebelle, che aveva conosciuto nella capitale. Amava suo figlio, ma più di tutto amava odiarlo.
Tutto quell'amore che non le avevano permesso di dare al suo primogenito lo dava alla piccola Liss, che cresceva come lei aveva sempre voluto. Ma neanche la tranquillità della casa era riuscita a proteggerla, quel giorno.
Un vortice si abbattè sulle sue mura. Un uragano che portava il nome di suo figlio, Asbel. Un mostro insaziabile, che voleva portarle via tutto per la seconda volta, come aveva fatto quando era nato.
Vedeva nei suoi occhi il sangue. Una vendetta ingiustificata. Grinfie che si conficcarono inarrestabili nella sua nuova pace. Che tolsero la vita alla sua unica progenie rimasta."

Così scriveva il caporale, la cui passione era entrare in mondi che non gli appartenevano. Ma la realtà era un'altra. Davanti ai soldati, in quella casa martoriata dalle fiamme, giaceva un mostro solo, che tra gli artigli stritolava, in un vano tentativo di proteggerli dal mondo, i resti di ciò che erano stati i suoi due figli.

"Il caporale"

Il caporale chiuse il taccuino. Il suo volto dipingeva un ghigno, ma, come sempre, i suoi sottoposti facevano fatica a prestarvi attenzione. I loro sguardi erano magnetizzati da un'altra caratteristica del suo volto. Nell'esercito, la loro compagnia era chiamata con diversi nomi. Alcuni venivano fatti risuonare tramite lingue antiche, a volte dimenticate. Lingue di razze scomparse. Altri si avvicinavano a rantoli e grugniti. Altri ancora ricordavano il gergo più basso del volgo. Ma tutti questi avevano in comune un solo elemento. Un termine. Una sola parola che descriveva un grande occhio. Grande abbastanza da scorgere fin dentro le viscere di chi vi veniva riflesso. Un occhio con il colore, allo stesso tempo, del magma che sgorga dalle profondità marine e dei due Soli che illuminano il punto più alto del cielo.

In tutto l'esercito, molti erano stati mostri. Pochi erano sopravvissuti. Uno solo era riuscito a mantenere una sembianza di sé. Il giorno in cui il caporale si trasformò, nel campo si sentirono urla di gioia. Risate che si ripetevano, ancora e poi ancora, infinite e assordanti. Continuarono per giorni, interrotte una volta sola. Dal fragore del metallo. Di ferro sulla carne. Dal sangue che colava sul terriccio. Il grande male si era preso metà di lui. Metà di quella metà se l'era rimossa da solo, con una precisione che avrebbe fatto sfigurare i medici di campo. Lo spettacolo che ne era risultato era abominevole. Ma anche in quell'orrore, a risaltare era solo quell'occhio. Lo aveva lasciato, come medaglia. La medaglia di chi aveva saputo vincere contro il male.

Era tutta una vita che studiava quei mostri, e solamente in quel momento era riuscito a vivere la sua ricerca appieno. Finalmente soddisfatto di questo risultato, aveva fondato la compagnia. Una manciata di uomini, tutti fedeli. Tutti terrorizzati. Tutti riflessi, come chiunque altro, in quell'occhio, che non sembrava essere altro che un portale verso l'Inferno, o dovunque andassero le creature come lui dopo la morte.

Tra tutti noi, è l'unico capace di sentire cosa queste creature pensano. L'unico che possa comunicarci… che può vedere il loro futuro, il loro passato. L'unico che possa immergersi nei meandri della follia da cui sono usciti.

Ma anche se è in grado di vedere ovunque, il suo occhio non è mai riuscito a vedere dentro lui stesso. Neanche nell'estasi della sua metamorfosi ha mai saputo giustificarla. Se davvero ne ha uno, è questo il suo unico punto cieco. Eppure, a vederlo così, sembra quasi ovvio. Tra tutti, è l'unico che non può vedere ciò che noi tutti vediamo ogni giorno, riflesso in quella iride infuocata.

La nostra morte.

CONCLUSIONE

Grazie mille per aver letto i miei racconti. Sentitevi liberi di commentare uno solo, entrambi o nessuno dei racconti. E nel caso scusatemi se ho sbagliato a formulare in qualche modo il post. Ci vediamo nei commenti!


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